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Come far suonare il rullante alla grande nel mix

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Articolo di: Alessandro Fois

Come far suonare il rullante alla grande nel mix

Il rullante è il cuore del groove, il tamburo che dà impatto e carattere a una traccia. Nel pop, nel rock e nei generi affini, il suo suono può fare la differenza tra un mix potente e coinvolgente e uno piatto e anonimo. Se suona bene, il pezzo acquista solidità e dinamica; se suona male, tutto perde coesione. Ottenere il rullante giusto richiede attenzione alla scelta del timbro, alla pulizia del segnale e alla sua integrazione con gli altri strumenti. Ecco come farlo emergere nel mix senza renderlo invadente o sbilanciato.

Scegliere il rullante giusto per ottenere il suono di base giusto

blankPer ottenere il suono ideale del rullante nel pop-rock e generi affini, è fondamentale selezionare lo strumento più adatto alle proprie esigenze. La scelta del rullante incide profondamente sul carattere e sulla dinamica del tuo groove.

Materiali del fusto del rullante

I rullanti sono realizzati principalmente in legno o metallo, ciascuno con caratteristiche sonore distintive.

  • Legno: I rullanti in legno, come l’acero o la betulla, offrono un suono caldo e risonante. L’acero, ad esempio, è noto per il suo timbro equilibrato e il buon sustain, mentre la betulla fornisce un attacco più pronunciato e frequenze basse leggermente accentuate.
  • Metallo: I rullanti in metallo, come l’acciaio o l’ottone, producono un suono più brillante e tagliente. L’acciaio è apprezzato per la sua potenza e proiezione sonora, ideale per contesti rock energici, mentre l’ottone offre un suono pieno e graffiante, mantenendo definizione anche a volumi elevati.

Dimensioni del rullante

Le dimensioni del rullante influenzano significativamente il suono prodotto.

  • Diametro: Un diametro maggiore (ad esempio, 14″) genera un suono più profondo e corposo, mentre un diametro minore produce toni più acuti e brillanti.
  • Profondità: Una maggiore profondità del fusto aumenta le frequenze basse e rende il rullante ideale per stili come rock e pop. Ad esempio, un rullante 14×8″ è ottimo per ottenere un suono pieno e profondo, mentre i rullanti sottili sono molto adatti per esecuzioni brillanti e sincopate come il funky.

Accordatura e pelli del rullante

L’accordatura e la scelta delle pelli sono cruciali per modellare il suono del rullante.

  • Accordatura: Una tensione maggiore delle pelli produce un suono più acuto, definito e breve, mentre una tensione minore offre toni più profondi, caldi e con maggiore sustain
  • Pelli: Le pelli monostrato forniscono un suono aperto e brillante, ideale per generi come il jazz, mentre le pelli a doppio strato offrono un suono più controllato e profondo, adatto al rock.

Sperimentare con diverse combinazioni di materiali, dimensioni, accordature e pelli ti aiuterà a trovare il rullante che meglio si adatta al tuo stile e al suono desiderato nel contesto pop-rock.

Se il rullante registrato non corrisponde all’idea sonora che hai in mente, si può intervenire con equalizzazione, compressione e transient shaping per modificarne il carattere. Confrontare il suono con una traccia di riferimento è un’ottima soluzione per chi vuole avvicinarsi a un mix professionale.

Pulizia del suono con il gate e la gestione della fase

blankIn una registrazione di batteria acustica, il rullante è spesso catturato da più microfoni contemporaneamente: il close mic superiore, quello inferiore, gli overhead panoramici e , in misura minore, i microfoni dedicati agli altri pezzi della batteria. Questo può portare a due problemi principali: eccesso di bleed (ovvero il suono di altri strumenti che si infiltrano nei microfoni dedicati) e incoerenze di fase tra i vari segnali.

Un bleed eccessivo può rendere il mix confuso e ridurre il controllo sul suono del rullante. Un noise gate aiuta a isolare il colpo, attenuando o eliminando i suoni di sottofondo indesiderati, come i piatti o la cassa. È fondamentale, però, regolare i parametri con attenzione: una soglia troppo alta potrebbe tagliare il sustain del rullante, facendolo suonare innaturale, mentre una troppo bassa potrebbe lasciare ancora troppo bleed. Impostare un attacco veloce e un rilascio naturale consente di mantenere il transiente del colpo intatto senza introdurre effetti indesiderati.

Parallelamente, la gestione della fase è essenziale per garantire che il rullante abbia il giusto impatto nel mix. I microfoni overhead, trovandosi a una distanza maggiore, registrano il suono del rullante con un leggero ritardo rispetto al close mic. Questo ritardo può causare parziali cancellazioni di fase, facendo perdere corpo e volume al suono. Un primo intervento è verificare se invertire la polarità del microfono inferiore migliora la coerenza del suono. Se il problema persiste, si può intervenire manualmente allineando la forma d’onda del close mic con quella registrata dagli overhead: spostando la traccia del microfono ravvicinato in avanti o indietro di pochi millisecondi fino a far coincidere i picchi delle forme d’onda, il rullante guadagnerà impatto e definizione.

La combinazione di un noise gate ben regolato e di una corretta gestione della fase permette di ottenere un rullante pulito, presente e ben integrato nel mix, senza interferenze indesiderate con il resto del kit.

Integrare il rullante nel mix con la giusta correzione di equalizzazione

blankPer far emergere il rullante senza che si scontri con altri strumenti, è essenziale capire il suo ruolo nello spettro sonoro e intervenire sull’equalizzazione in modo mirato. Questo processo richiede attenzione alle diverse gamme di frequenza per evitare conflitti con altri strumenti e garantire una presenza equilibrata.

Frequenze chiave del rullante

  • 100-250 Hz (corpo e pancia del suono)
    Questa fascia contiene la frequenza fondamentale del rullante e determina la sua pienezza. Un leggero boost in questa gamma può rendere il suono più corposo e robusto, ma un’eccessiva enfasi può causare sovrapposizione con la cassa e il basso, portando a un mix impastato. Se il rullante suona troppo “gonfio” o perde definizione, un taglio attorno ai 150-200 Hz può aiutare a mantenere la chiarezza. L’uso di un filtro passa-alto intorno ai 100 Hz aiuta a eliminare frequenze sub-basse indesiderate.
  • 800 Hz – 1,5 kHz (attacco e aggressività)
    Questa gamma è fondamentale per dare al rullante il suo carattere distintivo. Un leggero boost tra 1 e 1,2 kHz può aumentarne l’attacco e migliorare la definizione nel mix, ma attenzione a non esagerare, poiché un eccesso in questa zona può entrare in conflitto con voci e chitarre, causando una sensazione di affollamento sonoro. Se il rullante appare troppo “inscatolato”, un taglio moderato tra 500 e 800 Hz può ridurre questa sensazione, migliorando la trasparenza.
  • 8 kHz e oltre (brillantezza e definizione)
    Le alte frequenze determinano quanto il rullante risulti brillante e presente. Un leggero boost sopra gli 8 kHz può dare maggiore aria e dettaglio, rendendolo più definito nel mix. Tuttavia, un’eccessiva enfasi in questa gamma può renderlo stridente e affaticante all’ascolto. Se il suono è troppo aggressivo, un taglio attorno ai 10 kHz può mitigare il problema.

Strategie di equalizzazione avanzate: il ruolo della fondamentale e delle armoniche

Oltre alle gamme di frequenza principali, l’individuazione della frequenza fondamentale e delle armoniche superiori del rullante può fornire un controllo ancora più preciso sul suo carattere, permettendo di modificarne il timbro senza stravolgerlo.

  • Individuare la fondamentale: La fondamentale del rullante si trova generalmente tra i 180 e i 220 Hz, a seconda delle dimensioni e dell’accordatura. Per trovarla, usa un equalizzatore parametrico con una banda a campana stretta (notch) e aumenta il guadagno mentre fai scorrere la frequenza; il punto in cui il suono diventa più pieno è la fondamentale.
  • Modificare la fondamentale:
    • Enfatizzarla → Aggiunge corpo e presenza, rendendo il rullante più massiccio nel mix.
    • Attenuarla → Lo rende più leggero e meno invasivo, utile in contesti dove serve più spazio per altri strumenti.

Interventi sulle armoniche superiori

Ogni strumento produce armoniche oltre alla fondamentale, e gestirle correttamente può alterare il carattere del rullante in modo sottile ma efficace:

  • Seconda armonica (ottava, 2x la fondamentale, circa 360-440 Hz) → Enfatizzarla aumenta la profondità e la presenza, rendendo il suono più rotondo senza gonfiarlo. Attenuarla aiuta a eliminare risonanze eccessive e a “seccare” il rullante.
  • Terza armonica (quinta alta, 3x la fondamentale, circa 540-660 Hz) → Un boost qui aumenta la risonanza e il carattere “ringy” del rullante, rendendolo più squillante, aperto e timbricamente ricco. Attenuarla lo rende più controllato, eliminando eventuali elementi indesiderati in fascia medio-bassa.
  • Quarta armonica (seconda ottava, 4x la fondamentale, circa 720-880 Hz) → Intervenire qui incide sulla brillantezza del rullante. Un aumento può dare maggiore nitidezza e presenza, mentre un taglio aiuta a ridurre suoni duri o troppo squillanti.
  • Quinta armonica (terza maggiore, 5x la fondamentale, circa 900-1100 Hz) → Agire su questa banda può rendere il rullante più definito, brillante e timbricamente ricco, senza dover intervenire sulle alte frequenze. Un incremento enfatizza la presenza, mentre una riduzione può renderlo meno invadente.

Occorre comprendere il senso di questi interventi e, lavorando ad orecchio, sperimentare.

Separazione del rullante dagli altri strumenti

Nel mix, il rullante deve avere spazio senza entrare in conflitto con la voce, la cassa o le chitarre. Per ottenere questo equilibrio:

  • Tagliare le frequenze problematiche: Se il rullante suona troppo fangoso o inscatolato, ridurre la gamma tra i 400 e gli 800 Hz può migliorare la chiarezza.
  • Evitare conflitti con la voce: Se la voce principale è molto presente tra 1-1,5 kHz, ridurre leggermente questa gamma sul rullante aiuta a far emergere meglio il cantante senza sacrificarne l’attacco.
  • Uso di filtri passa-alto: Eliminare le frequenze sub-basse sotto i 100 Hz impedisce accumuli inutili di energia che non contribuiscono al suono del rullante; un filtro passa basso (LHF) con un taglio morbido (6dB oct) a partire dagli 8khz ), può in certi casi liberare un po’ di spazio timbrico ai piatti, rendendoli più nitidi.

L’equalizzazione è un’arte sottile: ogni intervento deve essere fatto con attenzione per evitare di snaturare il suono. Individuare la fondamentale e lavorare sulle armoniche superiori permette di modificare il carattere del rullante in modo preciso, senza sacrificare la sua pasta timbrica. Piccoli ritocchi mirati, ascoltati sempre nel contesto dell’intero mix, possono fare una grande differenza, rendendo il rullante potente e definito senza compromettere il bilanciamento degli altri strumenti.

Aggiungere carattere con compressione e saturazione

La compressione è uno strumento essenziale per modellare il suono del rullante, influenzando sia il transiente iniziale (attacco) che il sustain (coda). Regolando attentamente i parametri di attacco e rilascio, è possibile ottenere diverse caratteristiche sonore:

Attacco (Attack):

  • Attacco veloce: Un tempo di attacco rapido permette al compressore di intervenire immediatamente sul transiente, riducendo l’impatto iniziale del colpo. Questo produce un suono più morbido e controllato, ideale per contesti in cui si desidera un rullante meno aggressivo.
  • Attacco lento: Un tempo di attacco più lento consente al transiente di passare prima che il compressore inizi a lavorare, enfatizzando l’impatto iniziale del rullante. Questo rende il suono più incisivo e presente nel mix, caratteristica spesso ricercata in generi come il rock.

Rilascio (Release):

  • Rilascio veloce: Un tempo di rilascio breve fa sì che il compressore smetta di agire rapidamente dopo il transiente, mantenendo il sustain naturale del rullante. Questo è utile quando si vuole preservare la coda del suono senza aggiungere ulteriore compressione.
  • Rilascio lento: Un tempo di rilascio più lungo prolunga l’azione del compressore sul sustain, riducendo gradualmente il livello del suono. Questo può aiutare a controllare risonanze indesiderate o a creare un effetto di compressione più evidente.

Esempi di applicazione:

  1. Rullante incisivo e presente:
    • Attacco: Lento (ad esempio, 10-30 ms)
    • Rilascio: Veloce (ad esempio, 50-100 ms)
    • Ratio: 4:1
    • Descrizione: Queste impostazioni permettono al transiente di emergere chiaramente, dando al rullante una forte presenza nel mix, mentre il rilascio veloce garantisce che il compressore non influenzi eccessivamente il sustain.
  2. Rullante controllato e morbido:
    • Attacco: Veloce (ad esempio, 1-5 ms)
    • Rilascio: Medio (ad esempio, 100-200 ms)
    • Ratio: 3:1
    • Descrizione: Un attacco rapido riduce l’impatto iniziale, mentre un rilascio medio mantiene un controllo sul sustain, producendo un suono più dolce e meno aggressivo.
  3. Rullante con sustain prolungato:
    • Attacco: Medio (ad esempio, 5-10 ms)
    • Rilascio: Lento (ad esempio, 200-500 ms)
    • Ratio: 4:1
    • Descrizione: Queste impostazioni permettono di enfatizzare sia l’attacco che il sustain del rullante, ideale per generi che richiedono un suono di rullante più pieno e prolungato.
  4. Rullante con effetto “pompaggio”:
    • Attacco: Veloce (ad esempio, 1-5 ms)
    • Rilascio: Veloce (ad esempio, 50-100 ms)
    • Ratio: 6:1
    • Descrizione: Un attacco e un rilascio veloci, combinati con una ratio elevata, creano un effetto di compressione evidente, spesso utilizzato per ottenere un suono di rullante “pompante” in generi elettronici o pop.

Questi valori sono indicativi e possono variare in base al contesto musicale e al suono specifico di partenza e che si desidera ottenere. È sempre consigliabile sperimentare con diverse impostazioni e ascoltare attentamente il risultato nel contesto del mix.

Usare riverbero e campioni per migliorare il suono e definire la profondità

L’uso del riverbero e del layering di campioni sono due tecniche essenziali per modellare il suono del rullante e definirne la posizione nel mix. Il riverbero permette di creare una sensazione di spazio e profondità, mentre il layering aiuta a rafforzare le caratteristiche del rullante senza alterarne drasticamente il timbro. Entrambe queste strategie sono fondamentali per ottenere un rullante che si integri perfettamente nel mix, mantenendo presenza, attacco e chiarezza.

Il riverbero: profondità e collocazione del rullante nel mix

L’applicazione del riverbero sul rullante ha un impatto notevole sulla sua percezione spaziale. Il modo in cui il riverbero viene applicato e regolato dipende da alcuni parametri chiave:

  • Pre-delay: Determina il tempo che intercorre tra il suono diretto e l’inizio del riverbero.
    • Pre-delay corto (0-10 ms): Il riverbero si sovrappone quasi subito al suono diretto, creando l’impressione di un rullante più lontano da chi ascolta. Questo rende il rullante meno distinto e più immerso nel mix.
    • Pre-delay lungo (20-50 ms, o anche più): Ritardando l’inizio del riverbero, si mantiene netto e separato il suono diretto, enfatizzandolo prima che il riverbero entri in gioco. Questo crea una sensazione di maggiore profondità della stanza nella quale però il rullante è collocato più avanti nel mix, cioè più vicino a chi ascolta. È una scelta comune nei generi in cui il rullante deve essere ben definito e incisivo. più è lungo il prederai, più occorre diminuire il volume del solo riverbero, per evitare di produrre un’eco troppo definita, la quale però se messa a tempo con la velocità del brano, può divenire anche molto interessante in certi contesti.
  • Tempo di decadimento (Decay time): Controlla la durata del riverbero.
    • Decay breve (0,3-1,5 secondi): Mantiene il rullante nitido e definito, con un riverbero che si dissolve rapidamente. Questa impostazione è ideale per generi ritmicamente serrati, come il pop e il funk.
    • Decay lungo (1,5-5,5 sec): Genera un effetto più ampio e atmosferico, utile in ballate, colonne sonore e ambienti sonori più spaziosi.
  • Diffusione: Regola la densità delle riflessioni sonore.
    • Diffusione alta: Crea un riverbero denso e uniforme, adatto a rullanti che devono risultare pieni e avvolgenti.
    • Diffusione bassa: Mantiene le riflessioni più separate, accentuando il carattere ritmico del riverbero e creando una percezione di spazio più marcata.

A seconda dello stile musicale, si possono utilizzare diversi tipi di riverbero:

  • Plate: Riverbero ricco di alte frequenze, molto utilizzato per dare brillantezza e sustain senza appesantire il mix.
  • Room: Ideale per un effetto naturale e asciutto, simula piccoli ambienti chiusi.
  • Hall: Crea una coda lunga e ariosa, adatta a contesti più orchestrali o ambient.
  • Gated Reverb: Troncato bruscamente dopo un determinato tempo, è una scelta iconica, per un suono di rullante anni ’80.

Usare i campioni per rinforzare il rullante

Se il rullante registrato manca di attacco o profondità, l’aggiunta di campioni in parallelo può essere un’ottima soluzione. Il layering consiste nell’affiancare uno o più campioni al rullante originale per migliorarne alcuni aspetti senza alterarne eccessivamente il carattere.

  • Aggiungere un campione di attacco: Se il rullante risulta poco incisivo, si può sovrapporre un campione con un transiente molto marcato per enfatizzare l’impatto iniziale.
  • Rinforzare la fondamentale: Se il rullante manca di corpo, un campione con una frequenza fondamentale simile può dare più pienezza senza bisogno di un’eccessiva equalizzazione.
  • Aggiungere un campione di ambiente: Se il rullante risulta troppo asciutto, si può affiancare un campione con più sustain o riflessioni naturali per ampliarne la spazialità.

L’uso di campioni richiede un’attenta gestione della fase: se i suoni aggiunti non sono allineati correttamente con il rullante originale, possono verificarsi parziali cancellazioni di frequenze. È quindi buona norma controllare la fase e regolare il timing dei campioni per garantire coerenza e potenza.

L’applicazione del riverbero e il layering dei campioni sono strumenti potenti per modellare il suono del rullante e integrarlo nel mix in modo efficace. Il riverbero permette di controllare profondità e dimensione del suono, mentre il layering aiuta a correggere eventuali carenze e a enfatizzare le caratteristiche desiderate. L’equilibrio tra queste tecniche, regolato con attenzione ai parametri chiave, consente di ottenere un rullante chiaro, incisivo e ben posizionato nel mix.

Conclusione

Nel pop-rock e nei generi affini, il rullante è uno degli elementi più importanti del mix. Deve essere presente senza sovrastare, incisivo senza risultare invadente. Trovare il giusto equilibrio tra pulizia, carattere e integrazione con il resto degli strumenti è la chiave per farlo suonare al meglio. Lavorare con gating, fase, EQ e compressione aiuta a ottenere un suono solido e definito, mentre saturazione, riverbero e layering di campioni possono dargli ulteriore profondità e personalità.

Sperimentare con queste tecniche e ascoltare come si incastra il rullante nel mix ti aiuterà a raggiungere un suono professionale, in grado di dare carattere e impatto alla tua produzione.


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