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La guida definitiva agli accordi siglati: teoria e pratica della notazione americana e anglosassone

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Articolo di: Alessandro Fois

Teoria e pratica della notazione americana e anglosassone

Nel vasto panorama della musica occidentale, la necessità di comunicare in modo rapido ed efficace strutture armoniche complesse ha condotto alla diffusione della notazione anglosassone degli accordi, detta anche notazione a sigle. Questo sistema, fondato su combinazioni di lettere e simboli, permette ai musicisti di comprendere immediatamente la tipologia e la struttura di un accordo, senza ricorrere alla lettura completa su pentagramma.

Originatasi nei contesti del jazz, del gospel e della popular music del Novecento, questa notazione è oggi ampiamente adottata anche nel pop, nel rock, nel soul e nella musica d’autore. Il suo successo si deve alla capacità di trasmettere in modo sintetico una grande quantità di informazioni armoniche, che tuttavia dovranno essere interpretate dal musicista esecutore, secondo stile, estro e capacità; ciò, nei giusti contesti, favorisce l’improvvisazione, la collaborazione tra musicisti e la lettura agile.

Perché usare la notazione a sigle

La notazione a sigle **non sostituisce** gli spartiti tradizionali su pentagramma, che restano il sistema più preciso per definire altezza, durata, ritmo e dinamica delle note. Tuttavia, la scrittura accordale offre alcuni vantaggi fondamentali:
– consente una rapida comprensione della progressione armonica;
– favorisce l’improvvisazione e la personalizzazione degli accompagnamenti;
– si adatta a contesti in cui la velocità esecutiva o la comunicazione informale tra musicisti è prioritaria.

Anche i jazzisti più esperti, sebbene lavorino spesso su sigle, ricorrono al pentagramma per:
– scrivere ed eseguire i temi melodici;
– annotare gli obbligati, ovvero i passaggi armonico-melodici vincolanti, eseguiti all’unisono o anche in armonia.

Spesso, negli spartiti strutturali, compaiono brevi frammenti di pentagramma per indicare dettagli ritmici, linee di basso, incisi melodici o altri elementi non esprimibili tramite semplici siglearmoniche.

Come si leggono e si usano le sigle

Le sigle possono comparire

1. sopra la melodia scritta, battuta per battuta, per indicare l’accompagnamento armonico di quel frammento melodico;
2. all’interno di griglie schematiche, dove ogni cella rappresenta una misura (tipico di schede armoniche jazz, tablature e guide all’improvvisazione).

Esempi d’uso

  • In 4/4, una sigla in una cella (`| C |`) copre l’intera misura.
  • Due sigle (`| C G7 |`) indicano due mezze misure.
  • Durate irregolari (es. 1/4 + 3/4) richiedono notazioni esplicite (`C 1/4 – G7 3/4`) o soluzioni grafiche dove gli elementi utilizzano opportuni distanziamenti per esprimere la durata approssimativa dell’accordo.

Simboli aggiuntivi

  • Stop: indica una pausa;
  • N.C.: no chord (assenza di armonia);
  • Linee e parentesi: prolungano o evidenziano le sigle.

Interpretazione stilistica

Una sigla non fissa un’unica sonorità. A seconda del genere e del contesto, uno stesso accordo può essere:

  • semplificato (ad esempio, suonato in posizione fondamentale, con solo le tre note principali);
  • arricchito (aggiungendo note superiori come nona, undicesima o tredicesima, oppure introducendo alterazioni);
  • rivoltato (ponendo una nota diversa dalla fondamentale al basso);
  • rielaborato con diversi voicing: l’accordo può essere suonato in posizioni chiuse (note concentrate in un intervallo stretto) o aperte (note distribuite su più ottave), oppure adottare disposizioni specifiche come i voicing quartali (basati su intervalli di quarta) oppure adottare disposizioni specifiche come i voicing quartali (basati su intervalli di quarta) o i celebri drop 2, utilizzati nel jazz per distribuire le voci in modo più armonico e bilanciato tra gli strumenti, abbassando di un’ottava la seconda voce dall’alto per ottenere un suono più aperto, fluido e adatto sia all’accompagnamento che all’arrangiamento per sezioni strumentali.

Qualche esempio pratico

Cm7` può essere:
– Do – Mib – Sol – Sib (posizione chiusa)
– Do – Fa – Sib – Mib (quartale)
– Do – Mib – Sib – Re – Fa (con 9ª e 11ª)

Il musicista interpreta secondo il gusto, lo stile, la tecnica e il contesto.

Come vengono costruite e siglate le sigle accordali

Ogni sigla si basa su una nota fondamentale (dal La al sol: A-B-C-D-E-F-G), a cui si aggiungono simboli che indicano:

  • tipo di accordo base o triade (maggiore, minore, diminuita, aumentata);
  • eventuale settima, nona, undicesima, tredicesima, ecc.;
  • note aggiunte (add9) o esclusioni (no3, no5);
  • alterazioni sulle note aggiunte (♯ o ♭);
  • sospensioni (sus2, sus4);
  • altri elementi strutturali o funzionali.

Una descrizione completa con esempi si trova nella sezione successiva.

🧩 Simboli utilizzati nella notazione degli accordi

Per semplicità espositiva, tutti gli esempi sono qui costruiti sulla fondamentale Do (sigla: C), ma le stesse regole si applicano a qualunque altra nota fondamentale. Le note che compongono gli accordi sono espresse nella notazione europea (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si) e ordinate dal basso verso l’alto.

Simbolo Significato Esempio (con note in italiano)
Lettera fondamentale (da A a G =  da La a Sol) Nota di partenza dell’accordo C = Do
Corrispondenze Equivalenze tra notazione americana e italiana A = La, B = Si, C = Do, D = Re, E = Mi, F = Fa, G = Sol
m Accordo minore Cm = Do – Mib – Sol
maj o Δ Settima maggiore Cmaj7 = Do – Mi – Sol – Si
7 / 7+ Settima minore (7) e maggiore (7+)  su triade maggiore C7 = Do – Mi – Sol – Sib / C7+ = Do – Mi – Sol – Si
m7 / m7+ Settima minore (m7) e maggiore (m7+) su triade minore Cm7 = Do – Mib – Sol – Sib / Cm7+ = Do – Mib – Sol – Si
6 Sesta maggiore (su maggiore o minore) C6 = Do – Mi – Sol – La ; Cm6 = Do – Mib – Sol – La
9 Aggiunta della nona C9 = Do – Mi – Sol – Sib – Re
Cm9 = Do – Mib – Sol – Sib – Re
Cmaj9 = Do – Mi – Sol – Si – Re
11 Aggiunta dell’undicesima C11 = Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa
Cm11 = Do – Mib – Sol – Sib – Re – Fa
13 Aggiunta della tredicesima C13 = Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa – La
Cm13 = Do – Mib – Sol – Sib – Re – Fa – La
Cmaj13 = Do – Mi – Sol – Si – Re – Fa – La
♯ / ♭ Alterazioni ai gradi superiori C7♭9 = Do – Mi – Sol – Sib – Reb
C7♯5 = Do – Mi – Sol# – Sib
C7♭5 = Do – Mi – Sol♭ – Sib
C7♯11 = Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa#
sus2 / sus4 Sospensione della terza con seconda o quarta Csus2 = Do – Re – Sol ; Csus4 = Do – Fa – Sol
add9 Aggiunta della nona senza settima Cadd9 = Do – Mi – Sol – Re
dim o ° Triade diminuita Cdim = Do – Mib – Sol♭
dim7 o °7 Quadriade completamente diminuita Cdim7 = Do – Mib – Sol♭ – Si♭b (≡ La)
ø o m7♭5 Mezzo diminuito / settima semidiminuita Cm7♭5 = Do – Mib – Sol♭ – Sib
alt Accordo di settima con alterazioni non specificate C7alt = può includere ♭5, ♯5, ♭9, ♯9
no3 / no5 Rimozione della terza o quinta C(no3) = Do – Sol
/ Basso alternativo (rivolto) C/E = Do con basso Mi
( ) Specifiche opzionali C7(♯9) = Do – Mi – Sol – Sib – Re#
N.C. Nessun accordo
Stop Pausa di accompagnamento

🎼 La tabella completa (si spera) degli accordi

Sigla Tipo di accordo Esempio (note in italiano)
C Triade maggiore Do – Mi – Sol
Cm Triade minore Do – Mib – Sol
Cdim Triade diminuita Do – Mib – Sol♭
Caug Triade aumentata Do – Mi – Sol#
Csus4 Triade sospesa (quarta) Do – Fa – Sol
Csus2 Triade sospesa (seconda) Do – Re – Sol
C7 Settima di dominante Do – Mi – Sol – Sib
Cmaj7 Settima maggiore Do – Mi – Sol – Si
Cm7 Minore settima Do – Mib – Sol – Sib
Cdim7 Settima completamente diminuita Do – Mib – Sol♭ – Si♭♭
Cm7♭5 (ø) Mezzo diminuito Do – Mib – Sol♭ – Sib
C7♯5 Settima con quinta aumentata Do – Mi – Sol# – Sib
C7♭5 Settima con quinta diminuita Do – Mi – Sol♭ – Sib
C9 Nona (dominante esteso) Do – Mi – Sol – Sib – Re
Cmaj9 Nona maggiore Do – Mi – Sol – Si – Re
Cm9 Minore nona Do – Mib – Sol – Sib – Re
C7♭9 Settima con nona diminuita Do – Mi – Sol – Sib – Reb
C7♯9 Settima con nona aumentata Do – Mi – Sol – Sib – Re#
C11 Undicesima (dominante) Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa
Cm11 Minore undicesima Do – Mib – Sol – Sib – Re – Fa
C7♯11 Settima con undicesima aumentata Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa#
C13 Tredicesima Do – Mi – Sol – Sib – Re – Fa – La
Cm13 Minore tredicesima Do – Mib – Sol – Sib – Re – Fa – La
Cmaj13 Tredicesima maggiore Do – Mi – Sol – Si – Re – Fa – La
Cadd9 Triade con nona aggiunta Do – Mi – Sol – Re
Csus4(add9) Sospeso con nona Do – Fa – Sol – Re
C(no3) Triade senza terza Do – Sol
C/E Do con basso in Mi Mi – Do – Mi – Sol
C7alt Dominante alterato (tensioni variabili) Do – Mi – Sol♭ – Sib – Re♭ / Sol# / Re#
N.C. Nessun accordo
Stop Pausa

Conclusione

Il sistema di notazione anglosassone degli accordi rappresenta oggi uno strumento indispensabile per chiunque voglia suonare, arrangiare o improvvisare nella musica moderna. Il suo linguaggio sintetico ma profondamente espressivo permette di navigare tra mondi armonici ricchi e sfaccettati, stimolando la creatività e favorendo la comunicazione musicale.

Saper leggere e interpretare le sigle non significa semplicemente memorizzare delle formule, ma comprendere una grammatica sonora capace di trasformare la teoria in musica viva. Ogni simbolo racchiude un mondo di possibilità esecutive, e il suo significato prende forma nelle mani e nell’orecchio del musicista.

Per questo, è fondamentale studiare le strutture accordali con metodo, ascolto e sperimentazione, imparando a padroneggiare non solo la forma, ma anche il contesto e l’intenzione. La vera maestria nasce dal dialogo costante tra conoscenza, gusto ed esperienza.

Conoscere le sigle, insomma, è solo l’inizio: la musica, come sempre, comincia quando le dita toccano lo strumento… e qualcosa di nuovo prende vita.

 


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