Il fraseggio nell’improvvisazione
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Si interessa di jazz, musica classica su strumenti originali, improvvisazione radicale. Diploma al Conservatorio di Cagliari. Dal 1980 circa è attivo sulla scena del jazz. Ha suonato sin dal 1985 in orchestre sinfoniche e d’opera e di musica da camera. Dal 2001 insegna contrabbasso, e dal 2004 contrabbasso classico, jazz e musica d’insieme al Conservatorio di Cagliari.
Riflessione sul fraseggio musicale nell’improvvisazione
Occorre un vero musicista di alto livello per improvvisare una melodia che gli passa per la testa in mezzo al bailamme di accordi che si muovono incessantemente sul tempo, e occorre un musicista ancora più esperto per NON suonare tutte le scale, i pattern e gli elementi di linguaggio che ha praticato per ore ed ore nella sua vita.
Molti non si rendono conto di quanto lavoro e concentrazione occorre per arrivare al punto tale da poterci liberare dalla teoria e suonare qualcosa che siamo sentendo in quel momento.
Questa idea del fraseggio e della creazione di frasi musicali sensate è uno degli aspetti dell’improvvisazione che manca nei soli di molti musicisti. L’improvvisazione non è soltanto usare scale o inserire pattern in una progressione di accordi, è soprattutto creare musica e inventare melodie personali.
CHE COS’È UNA FRASE MUSICALE?
Quando improvvisiamo una frase musicale, in pratica diventiamo dei compositori che creano nuove melodie all’impronta su una progressione armonica stabilita. Pertanto, studiare la composizione, o almeno divenire familiari con elementi di composizione è essenziale per creare una frase musicale efficace.
Consultiamo alcuni passaggi del manuale Fondamenti di Composizione Musicale di Arnold Schoenberg.Schoenberg apre la discussione concentrandosi sulla frase musicale, e gli stessi concetti si applicano all’improvvisazione:
- “La più piccola unità strutturale è la frase, una specie di molecola musicale che consiste in un certo numero di eventi musicali integrati, che possiede una certa completezza e ben si adatta a combinarsi con altre unità simili.”
- “Il termine Frase significa strutturalmente una unità che può essere approssimata a ciò che una persona può cantare in con un solo respiro. La sua fine suggerisce una forma di punteggiatura, come una virgola.”
- “La mutua strutturazione di melodia e armonia è difficile all’inizio, ma il compositore non dovrebbe mai inventare una melodia senza avere coscienza della sua armonia.”
- “Il ritmo è particolarmente importante per formare una frase. Esso contribuisce a creare interesse e varietà, stabilisce il carattere, ed è spesso il fattore determinante nello stabilire l’unità della frase.”
Da questo possiamo dedurre che -secondo Schoenberg- l’efficacia di una frase dipende da tre fattori:
- Pensare in termini di completezza della frase musicale.
- Consapevolezza del background armonico.
- Suonare con definizione ritmica.
L’idea del fraseggio è molto importante nella musica di Schoenberg. Abbandonando l’armonia convenzionale, la costruzione accordale, e ignorando la spinta del V7 verso il I nel suo sistema compositivo, la melodia e il fraseggio di ogni brano sono determinanti per l’ascoltatore, e questo è ciò di cui Schoenberg era molto consapevole.
Sentire una frase musicale che viene pronunciata e sviluppata è innato in ogni ascoltatore, che sia fatto deliberatamente per studio da un musicista o inconsciamente dall’ascoltatore occasionale.
Il non-musicista, quando ascolta del bebop può rimanere sconcertato quanto uno studente che ascolta per la prima volta musica dodecafonica, ma in entrambi i casi l’inclinazione naturale verso la melodia e la ripetizione sono la scialuppa che ci salva quando ci perdiamo nel mare dell’armonia sconosciuta.
NO FRASI, NO ASCOLTATORI
Osservare il pubblico di un concerto e le sue reazioni ad un particolare musicista può essere molto istruttivo a questo proposito. Qualche volta le persone sono attente ad ogni nota, altre volte sono distratti o si raccontano la vita a vicenda bevendo una birra.
A parte le differenze di interesse che possono esistere nelle particolari audiences, che cosa distingue certi musicisti da altri?
Quando un musicista non riesce a ottenere attenzione dall’ascoltatore, spesso (ma non sempre) è per uno di questi motivi:
- Non fa frasi musicali, o non suona idee musicali.
- Non sa navigare nell’armonia, non suona i cambi di accordi, si perde nella struttura.
- Suona senza nessun carattere armonico e/o ritmico, lega insieme 8 note senza senso o suona senza rispettare il tempo o il contenuto ritmico della musica.
Se le definizioni sopra somigliano ai nostri soli, sarà difficile trovare un ascoltatore volontario per un intero solo.
Lo stesso fenomeno accade quando si ascolta qualcuno che parla in pubblico. Se non è preparato, non conosce l’argomento, o parla a vanvera, il pubblico inconsciamente inizia ad addormentarsi.
La cosa è abbastanza sensata: perché sprecare tempo ad ascoltare se chi suona non ne ha investito per presentarsi in concerto?
Abbiamo sicuramente assistito a questo genere di performances, e forse ne siamo stati anche protagonisti. Tutti quei fattori distruggono la connessione con l’ascoltatore. Ci perdiamo nel groviglio di note e accordi, quando invece dovremmo pensare a comunicare col pubblico.
Le scale sono importanti, ma servono per la sala prove, non per il palco. Se vogliamo passare al livello più alto e vogliamo comunicare il nostro messaggio musicale efficacemente, dobbiamo andare oltre le note. Dobbiamo parlare un linguaggio musicale.
PRE-REQUISITI DI FRASEGGIO
Capire come suona una frase è importante, ma ci sono alcune cose che dobbiamo sviluppare musicalmente prima di improvvisare le nostre frasi.
Le frasi non compariranno dal nulla se stiamo ancora pensando a scale e chord-tones. Non ci verranno se dobbiamo fermarci per ricordare qual è il prossimo accordo nella struttura o in che tonalità va il bridge del brano. Se dobbiamo pensare ad ogni singola nota che suoniamo, è veramente difficile che possiamo pensare ad una frase che stia bene su un certo passaggio e si leghi con l’intera progressione armonica del brano.
Se vogliamo costruire delle frasi nei nostri soli, dobbiamo essere capaci di sentire i diversi tipi di accordo, (Major, minor, V7, etc) dobbiamo sapere di quali note sono composti gli accordi, dobbiamo interiorizzare il tempo e il carattere di un brano, dobbiamo conoscere il brano a un punto tale che possiamo cantare la melodia e la progressione di accordi.
Le frasi musicali non vengono dall’intelletto o dal ragionamento, vengono dall’orecchio e dalla nostra musicalità interna.
Dovremmo pensare in porzioni più ampie di tempo e capire la progressione a orecchio. Andare oltre la progressione di accordi. Visualizzare mentalmente e ad orecchio, come suona l’intero chorus e prevedere come sarà la nostra prima frase e come intendiamo svilupparla.
Costruiamo il nostro messaggio musicale per l’ascoltatore non con singole note, ma con periodi musicali completi.
SVILUPPARE IL FRASEGGIO
Il blues è il veicolo perfetto per lavorare sul fraseggio, una struttura di 12 battute con un piccolo movimento armonico, I-IV-I-V7-I.
Il movimento dal I grado al IV e viceversa è perfetto per sviluppare una semplice frase musicale: suoniamo un’idea sul I grado, sviluppiamola sul IV e completiamola sul II-V. Una affermazione e una risposta.
Diamo un’occhiata a questo primo chorus di Miles Davis su “Blues By Five” (da Cookin’):
Guardiamo queste 12 battute non dal punto di vista dell’analisi accordale, ma dal punto di vista dell’idea del fraseggio. Invece di pensare ad ogni accordo, guardiamo queste 12 battute come un unico pezzo. Miles suona tre frasi distinte:
Ogni idea porta alla successiva logicamente e senza soluzione di continuità. C’è spazio per respirare dopo ogni frase, e l’ascoltatore può seguire facilmente lo sviluppo della linea.
Quando analizziamo un solo trascritto su carta, ci blocchiamo su un approccio nota per nota, ma non è in questo modo che ascoltiamo la musica. Mettiamo su un disco e ci renderemo conto che non ascoltiamo nota per nota, noi sentiamo frasi e idee musicali. Questo è il modo in cui dobbiamo pensare quando trascriviamo un solo e quando improvvisiamo un solo.
SUONA CIÒ CHE CANTERESTI
Un altra parte importante del fraseggio è tendere verso una qualità vocale nelle nostre linee, come se le note che suoniamo fossero qualcosa che canteremmo naturalmente.
Chet Baker è un grande esempio di musicista che ha sempre suonato ciò che sentiva. Non importa se suonasse le sue idee sulla tromba o cantando, c’era sempre lo stesso fraseggio musicale.
Il fraseggio musicale è il risultato naturale dell’ascolto di centinaia di registrazioni, trascrivendo soli e melodie, nondimeno è il risultato dello sviluppo del nostro orecchio, dello studio della teoria e delle progressioni di accordi e delle melodie, al punto tale che non dobbiamo pensare ad esse consapevolmente.
Dopo qualche tempo, l’idea di formare una frase musicale che stiamo sentendo nella nostra testa ci sembrerà naturale. Lo stesso modo in cui abbiamo imparato a parlare, cominceremo a improvvisare frasi musicali che hanno senso e le svilupperemo nei nostri soli.
Teniamo in mente che pensare alle frasi è solo l’inizio. Una volta che saremo abituati a suonare delle frasi, potremo usare altre tecniche per sviluppare ulteriormente le nostre idee. Qualunque sia il modo in cui sviluppiamo i nostri soli, manteniamo un atteggiamento mentale rivolto al fraseggio musicale, ogni volta che improvvisiamo.
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