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L’approccio mentale per un missaggio audio Efficace

Premessa: A che serve l’Audio mixing?

Molti potrebbero ritenere scontata la risposta a questa domanda. Tuttavia, sia durante alcuni seminari che in conversazioni con vari professionisti del settore, mi sono imbattuto in numerose incomprensioni riguardanti le vere intenzioni del missaggio. Di conseguenza, cercherò di condensare in questo spazio quelli che, a mio avviso, sono i principi fondamentali del mixaggio.

Prima di immergerci in questa tematica, è essenziale sottolineare un aspetto chiave che non tutti sembrano comprendere appieno: la qualità delle interpretazioni musicali è il pilastro su cui si fonda il successo sonoro, ancor prima della fase di mixaggio.

Con “qualità delle interpretazioni” mi riferisco a:

  • L’impiego di strumenti musicali di alto livello, regolati con maestria, in modo da eliminare ogni imperfezione acustica, come le dominanti tonali, le mancanze o le discontinuità di frequenza, l’accordatura precisa, l’equilibrio dinamico e l’eliminazione di rumori meccanici relativi all’esecuzione, con l’uso di corde o pelli nuove e di buona qualità.
  • L’accuratezza nell’esecuzione riguardante il tempo, il portamento e la modulazione dinamica-espressiva.
  • Il pathos trasmesso dagli artisti durante le esecuzioni.

Nota

Pur sembrando ovvio, è bene chiarire che i problemi sopra citati non sono risolvibili durante la fase di missaggio, ai quali problemi anche gli interventi dei fonici più esperti e qualificati potranno apportare solo marginale miglioramento. Per conseguire un prodotto di elevata qualità è essenziale che tanto le esecuzioni musicali quanto la preparazione degli strumenti siano state eseguite con estrema precisione e attenzione, in quanto non sono possibili miracoli tecnici.

È inoltre vitale comprendere che, benché il missaggio possa perfezionare il suono, non ha la capacità di alterare l’approccio esecutivo né di trasformare radicalmente il timbro di uno strumento in un altro dalle caratteristiche sonore differenti e distinte. Ad esempio, non sarà possibile convertire il timbro di una batteria jazz in uno che sia adatto per l’heavy metal, né una tecnica esecutiva jazzistica potrà emulare un suono tipicamente rock.

Pertanto, è imperativo che l’ingegnere del suono chiarisca prontamente tali limitazioni con i musicisti, specialmente se meno esperti, prima di intraprendere sfide irrealizzabili destinate a generare risultati deludenti.

Ciò implica che le decisioni artistiche e sonore che hanno un impatto significativo sul tono complessivo e sull’identità di un mix devono essere prese antecedentemente o durante le fasi di registrazione, anziché nel corso del mixaggio stesso.


Definizioni e Funzioni del Missaggio

Il missaggio può essere definito fondamentalmente come un processo dove il materiale audio multitraccia, sia esso registrato, campionato o sintetizzato, è bilanciato, elaborato e infine fuso in mix, per generare un prodotto audio che sia accessibile sia ai consumatori finali sia all’industria discografica. Questo prodotto può essere presentato in formati audio multicanale o, più comunemente, in stereo, e registrato su supporti di tipo digitale (file su nastro magnetico, CD o dispositivi di memoria) o analogico (nastro magnetico o vinile).

Una definizione più accessibile ma altrettanto cruciale del missaggio sarebbe la seguente:
“Il messaggio deve permettere la manifestazione di emozioni e idee creative di tipo musicale tramite le performance esecutive di alta qualità che le veicolano”.

Dato il ruolo significativo del mix nel determinare il successo di un album o di un singolo, possiamo affermare che:

  • un mix di qualità può intensificare l’impatto emotivo di un pezzo musicale, rendendolo maggiormente accattivante e incrementando le sue possibilità di risonanza popolare;
  • un mix mal eseguito ha il potere di deteriorare un pezzo di valore elevato e limitare gravemente le sue prospettive di successo.

Con l’aumento dell’uso di auricolari di alta qualità, una vasta gamma di ascoltatori ha sviluppato un apprezzamento per la qualità sonora, rendendo la qualità sonora un requisito fondamentale di un mix. Questo si ottiene riducendo il mascheramento sonoro, migliorando la definizione, valorizzando la dinamica, bilanciando l’equilibrio tonale e i volumi e così via.

Le quattro funzioni tecniche fondamentali del missaggio possono essere delineate come segue:

  1. Funzione Correttiva:
    • Correggere e risolvere imperfezioni tonali e dinamiche negli strumenti.
    • Ridurre gli errori degli interpreti relativi a intonazione, timing e quelli derivanti dalla bassa interazione (interplay) che si verifica durante le registrazioni multitraccia (cioè quando non si canta e si suona tutti insieme, bensì si procede a pezzi).
  2. Funzione Acustica:
    • Ridurre i problemi acustici e ambientali che sono insorti durante la registrazione.
  3. Funzione Ottimizzante:
    • Migliorare la qualità dei suoni registrati attraverso l’uso appropriato di processori tonali, dinamici e di simulazione ambientale.
  4. Funzione Creativa:
    • Contribuire all’alchimia sonora delineata dai musicisti, valorizzando la musica, l’intenzione esecutiva, l’espressione del brano e introducendo sonorità uniche e distintive, quando possibile.

Ogni funzione riveste un ruolo crucialmente diverso nel processo di missaggio, ognuna contribuendo a perfezionare ed esaltare la rappresentazione sonora finale del brano o dell’album.

Arte e Tecnica del Missaggio

C’è chi commette l’errore di percepire il mixaggio esclusivamente come un compito di natura esclusivamente tecnica, ritenendolo in tal senso un mero intervento ordinario; alcuni vanno persino oltre, vedendolo unicamente come un mezzo per correggere e recuperare delle registrazioni difettose.

È innegabile che il mixaggio implichi l’applicazione di numerose tecniche: bilanciare i volumi, domare le dinamiche irregolari e correggere le frequenze inadeguate sono solo alcune delle sfide che un tecnico del suono dovrà affrontare.

Tuttavia è bene sapere che, con un allenamento disciplinato, la maggior parte delle persone può acquisire una padronanza sufficiente della pratica tecnica del mixaggio; è come dire che, dopo aver “compresso” o “equalizzato” centinaia di tracce audio differenti, chiunque dovrebbe essere in grado di eseguire tale compito con un certo livello di competenza.

Ma è fondamentale comprendere che il mixaggio va oltre la semplice tecnica; è un’arte dove l’intuizione e la creatività giocano un ruolo cruciale nell’interpretare e valorizzare il messaggio emotivo e l’intenzione artistica del brano, fondendoli in un’armonia coesa ed espressiva.

Come si può fare, dunque, un salto di qualità nell’approcciarsi al mixing?

Sognare il mix

Avere in mente una visione preventiva del missaggio costituisce sicuramente una delle differenze principali tra il principiante e l’esperto: mentre il principiante modella i suoni procedendo per tentativi ed errori, l’esperto dapprima li immagina e poi li realizza più o meno speditamente durante le operazioni di mixing, impostando i controlli tecnici con fare sicuro.

Le abilità tecniche sono molto importanti ma possono essere acquisite: la vera essenza del mixaggio, che poi è la sua componente “artistica”, non risiede però in queste abilità. Molti mix sono tecnicamente ottimi, ma niente di più; allo stesso modo, molti mix non sono forse tecnicamente ineccepibili, ma come esperienza di ascolto sono “mozzafiato”.

Possiamo dire che è un po’ come per un interprete musicale: è per la creatività intrinseca che va ben oltre l’equilibrio tecnico che alcuni mix sono molto acclamati e i loro creatori considerati “maestri visionari” del suono. Il lato non tecnico del missaggio implica la creazione della sonorità generale che avvolge la musica: modellare i suoni, definire gli “orizzonti acustici”, coordinare l’armonia tra gli elementi del quadro sonoro e edificare un impianto acustico di elevato impatto emotivo. Tutto dipende dalle decisioni creative, dal talento e dalla “visione d’insieme” di ciascun operatore fonico: ogni scelta avrà infatti una profonda influenza sul come verrà percepita la musica da parte di chi la ascolterà.

Tale visione si potrà quindi tradurre in pratica attraverso l’equalizzazione che imposteremo, il riverbero che sceglieremo, la incisività dei transienti che determineremo col compressore, e così via. Semplicemente: alla base non c’è un modo giusto o sbagliato di fare le cose e pertanto le informazioni tecniche standard che si acquisiscono con l’esperienza potranno essere certamente utili per orientarsi, ma il percorso da seguire lo dovrà decidere e tracciare ciascun fonico da solo, secondo la propria indole.

Una chitarra acustica, una grancassa o qualsiasi altro strumento può essere regolato in tanti modi diversi e tutti potrebbero essere considerati tecnicamente corretti, ma nei vari contesti alcuni saranno più interessanti di altri. Un mix è come un ritratto fotografico della musica: tanti scatti diversi rappresenteranno sempre lo stesso soggetto, ma soltanto alcune inquadrature e certi “tagli di luce” avranno “fascino”, e certamente una di esse ne avrà più delle altre. Un mix d’eccellenza è insieme arte del suono e della comunicazione.

Un “ingegnere del missaggio” è quindi chiamato a diventare “artista del suono”, perché il missaggio è tecnica, ma è anche arte.

Una delle funzioni del fonico di missaggio, nonché sua grande responsabilità, è quella di aiutare a trasmettere il messaggio emotivo contenuto in un brano musicale, potenziandolo; è questa la prima nozione da acquisire per favorire il giusto approccio al mix. Dal piano generale del mix sino alle più piccole sfumature del riverbero, un uso ispirato degli strumenti tecnici ed espressivi a disposizione del fonico potrà esaltare o a volte persino creare suggestioni di potenza, aggressività, morbidezza, malinconia e molte altre; oppure potrà distruggere o ostacolare l’emozione creata dagli interpreti, banalizzandola e offuscandola.

E’ quindi necessario comprendere che il missaggio non è solo un insieme di sfide tecniche, ma un processo volto a convergere verso una visione d’insieme del mix che sia la sintesi degli sforzi espressivi di tutte le parti coinvolte: composizione, arrangiamento, interpretazione esecutiva e missaggio, inteso come un’edificazione sonora consona all’intero processo creativo d’equipe. Queste considerazioni dovrebbero contribuire ad accendere la luce del talento in coloro che si approcciano a questa disciplina, facendogli operare un “salto quantico” di coscienza sul compito del fonico di missaggio.


Ascoltare e Confrontare le Diversità

Per comprendere l’importanza dell’unicità e della diversità nel mixaggio, ecco un esperimento didattico: selezionare una varietà di brani ritenuti ben mixati e, di ciascuno di essi, considerare un breve estratto rappresentativo, creando quindi un montaggio unico che rappresenti un collage di tutti i frammenti. Questa esperienza probabilmente evidenzierà le varie interpretazioni e decisioni degli ingegneri del suono, mostrando una gamma di equilibri sonori, alcuni dei quali potrebbero differire notevolmente.

Sebbene disorientante, questo esercizio può anche essere rassicurante, poiché dimostra che si possono ottenere risultati piacevoli ed efficaci attraverso approcci diversi al suono. Sottolinea l’importanza dell’unicità e della creatività nel campo del mixaggio e evidenzia come diversi equilibri tonali, dinamici e ambientali possano contribuire a creare esperienze di ascolto uniche e memorabili.

Tuttavia, molte produzioni moderne e commerciali sembrano aver dimenticato questa missione e cercano pertanto di conformarsi e copiarsi a vicenda, dando luogo ad un’omogeneizzazione degli equilibri tonali, dinamici e ambientali.

Questa tendenza, purtroppo, sta appiattendo l’esperienza di ascolto, rendendo la musica radiofonica monotona e noiosa.

La diversità e l’innovazione nel mixaggio sono cruciali per mantenere viva e fresca l’esperienza dell’ascolto musicale. La varietà di approcci e stili non solo arricchisce il panorama musicale, ma sottolinea anche l’arte e la creatività insite nella professione del fonico di missaggio. Questa varietà sonora permette agli ascoltatori di vivere emozioni diversificate e di apprezzare la ricchezza e la profondità del mondo sonoro.


Suono Naturale e Artificiale

Nel 1947, Patti Page si trovò di fronte a una sfida durante la registrazione della canzone “Confess”. In quel tempo, la prassi comune era di registrare con tutti gli interpreti presenti nella stessa stanza, riflettendo l’esperienza di una performance live. La canzone, però, richiedeva un duetto vocale, e mancava un secondo cantante. La soluzione fu sovraincidere la voce della stessa Patti Page, usando la tecnica del rimbalzo da un registratore all’altro, poiché la tecnologia multi-traccia non era ancora stata inventata.

Questo metodo innovativo scatenò reazioni di stupore e obiezioni da parte di molti presenti, sostenendo che il prodotto finale non sarebbe stato naturale e autentico, in quanto non avrebbe riflettuto una situazione reale che avrebbe potuto essere replicata in un concerto dal vivo. Tuttavia, questa registrazione è ora ricordata come un primo esempio significativo di utilizzo di tecniche “artificiali” in risposta a una necessità contingente, supportata dalla tecnologia audio disponibile all’epoca.

Questa esperienza segna un momento importante nella storia della registrazione musicale, evidenziando la tensione tra la ricerca di un suono “naturale” che rifletta fedelmente una performance live, e l’utilizzo di tecniche “artificiali” per realizzare visioni musicali che vanno oltre le limitazioni di una performance dal vivo. La rivoluzione tecnologica che seguì ha continuato a spingere i limiti del possibile, permettendo agli artisti e ai produttori di esplorare nuovi orizzonti sonori e di creare musica che non è vincolata dalle restrizioni della realtà pratica.

La Decisione tra Naturale ed Artificiale

Quando iniziamo un processo di mixaggio, una delle scelte fondamentali riguarda il tono che desideriamo dare alla composizione: vogliamo che tutti gli elementi sonori siano percepiti come naturali, come artificiali, o vogliamo mescolare questi due estremi, creando un cocktail sonoro personalizzato?

Alcuni generi musicali, come la musica classica e il jazz tradizionale, spesso prediligono un suono più naturale, rimanendo fedeli alla tradizione e cercando di soddisfare un pubblico che apprezza un’esperienza d’ascolto autentica e immersiva. Al contrario, generi come il jazz-fusion e il rock moderno hanno esplorato e abbracciato tecniche di mixaggio più artificiali, creando nuovi standard sonori e estendendo i confini del gusto musicale.

La musica pop, in particolare, è diventata un terreno fertile per la sperimentazione sonora, con l’uso esteso di compressione, distorsioni, effetti spaziali e altri elementi che hanno profondamente influenzato l’aspetto sonoro del genere. Tuttavia, si può osservare una tendenza crescente verso l’omologazione sonora nella pop music contemporanea, con molti produttori che emulano modelli sonori di successo commerciale.

Gli album registrati in studio sono paragonabili a quadri, rappresentazioni interpretate della realtà, mentre gli album live sono più simili a fotografie, cercando di catturare la realtà di un evento musicale. Chi ascolta un album live si aspetta un suono più naturale, mentre chi ascolta un album in studio può aspettarsi un’illusione sonora, una realtà modellata e curata.

Nonostante la varietà di tecniche e approcci nel mixaggio, l’obiettivo finale è sempre di creare un’esperienza d’ascolto piacevole e coinvolgente. Alcuni fonici possono preferire un approccio più sottile e rispettoso del suono originale, mentre altri possono sperimentare trattamenti audio più profondi e avventurosi. La capacità di dimenticare i dettagli tecnici e di lasciarsi assorbire dall’insieme della composizione è fondamentale sia per i musicisti che per i tecnici del suono, così come per gli ascoltatori, che percepiscono il risultato finale in termini emotivi e istintivi. In questo contesto, c’è spazio per esplorare e sperimentare, poiché gli ascoltatori spesso rispondono più alla magia generale del pezzo che ai dettagli specifici del suono.


Imitazione e Innovazione nel Mixaggio

La distinzione tra un fonico competente e uno creativo è spesso evidente nella loro propensione a sperimentare e concepire idee innovative. Molti optano per imitare modelli già consolidati, un approccio meno rischioso e più semplice. Tuttavia, osare sperimentare nuovi metodi può occasionalmente portare a scoperte significative, potenzialmente introducendo nuovi suoni e lasciando un segno indelebile nella storia della musica.

Tuttavia, il successo di queste innovazioni può dipendere in gran parte dal contesto. Un mix innovativo che caratterizza il lavoro di un artista di successo, che raggiunge un vasto pubblico, potrà solidificare la reputazione del fonico come pioniere nel suo campo. Al contrario, innovazioni di eguale valore possono passare inosservate se applicate in contesti meno visibili o mainstream, come una band locale.

Nonostante tali sfide, la propensione all’innovazione rimane fondamentale per l’evoluzione del mixaggio, un campo che amalgama la scienza e l’espressione artistica. Questa creatività e volontà di sperimentare può anche offrire ai tecnici del suono opportunità uniche di distinguersi nel loro campo, permettendo loro di emergere e lasciare un impatto duraturo nel mondo della musica.


Limiti dell’Apprendimento Tecnico del Mixing

La mansione del fonico di mixaggio è indubbiamente una delle più ardue da definire e incanalare in un metodo di studio tecnico sul suono.

Al contrario, altre fasi come la registrazione, l’editing (dedicato alla correzione e al montaggio audio), e il mastering, concedono l’implementazione di criteri che, anche se non assoluti, possono essere misurabili e, di conseguenza, adoperati come standard.

Tale osservazione non trova un’esatta applicazione nel missaggio.

Nel campo del mixing l’essenziale è il risultato finale; non è quindi insolito incappare in un mix affascinante realizzato seguendo l’istinto, trascurando alcune nozioni fondamentali della buona prassi fonica.

Durante un missaggio eseguito “con cuore aperto”, possono nascere soluzioni alchemiche misteriose quanto imprevedibili.

Pertanto, ogni percorso di studi tecnico-specializzato intrapreso da un apprendista nel mixaggio dovrebbe essere considerato:

  1. non come un insieme rigido di istruzioni da seguire alla lettera, ma come una guida per l’acquisizione di un know how generale di base per un fonico di mix;
  2. come un mezzo per acquisire conoscenza tecnica, da affiancare all’esperienza necessaria, e successivamente da “dimenticare”, per permettere all’intuito e alla creatività di guidare il processo;
  3. come viene inteso l’apprendimento nel celebre libro di ispirazione Zen di Eugen Herrigel, “Lo Zen e il tiro con l’arco”. Quest’opera insegna che, una volta completato un percorso di studio condotto con disciplina, sarà l’intuito a colpire il bersaglio per noi, purché gli sia concesso lo spazio per manifestarsi.

Per approfondimento sull’Audio Mixing Digitale

 

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