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20 Rapidi consigli sul missaggio pop

Cari amici della Community, qui di seguito troverete n.20 piccoli consigli generali sul mixing, scritti da un esperto operatore del settore.

Come tutte le riduzioni sommarie di un argomento, quanto scritto sotto potrebbe far “sorridere” gli esperti del settore a causa delle inevitabili semplificazioni e condensazioni che un tal proposito richiede.

Per ogni consiglio, infatti, occorrerebbe perdersi in lunghe discussioni sul come e il perché, indicando i modi operativi, i dettagli e le eccezioni che ogni “arte” richiede per una gestione di qualità del mix.

Tuttavia questo breve schema pratico potrà essere di aiuto a molti di voi per evitare gli errori più comuni e chiarire in linea generale i criteri di approccio, indicando la via da seguire.

Da professionista tuttavia ritengo che una rapida lettura sarà gradita e “confortante” anche per gli operatori esperti.

Ma non indugiamo oltre.

Consigli rapidi per il missaggio audio di un brano pop

  1. Prima di iniziare il lavoro, imposta i controlli delle tracce (o del mixer) in una configurazione neutra (equalizzazione flat, direzionamento del pan-pot al centro, ecc.) e abbassa i fader dei canali non utilizzati. Assicurati che tutti gli invii aux inutilizzati siano azzerati e che i canali del mixer non utilizzati siano disattivati e silenziati, riducendo così ulteriormente il livello di rumore di fondo. La mancata esecuzione di questi passaggi può comportare l’applicazione involontaria di effetti su tracce che non ne necessitano o l’inserimento indesiderato di tracce in un bounce a causa di un pulsante di routing non disattivato. È inoltre consigliabile utilizzare un foglio per appunti, e un nastro rimovibile con pennarello indelebile per etichettare i canali del mixer (se usi una consolle fisica).
  2. Ottimizza le impostazioni del gain non solo per i ritorni multitraccia, ma anche per tutti gli invii e ritorni degli effetti e per le tue unità di effetti esterni. Assicurati altresì che il tuo sistema di recording ( in caso di registrazione analogica) riceva il massimo livello sostenibile senza che si verifichino picchi eccessivi nel segnale; se invece utilizzi un sistema digitale a 24 o più bit, fai in modo che i picchi massimi del segnale non superino il livello di -9 / -12 db. Queste accortezze possono notevolmente migliorare la nitidezza del tuo mix. Se prevedi un editing della registrazione, posticipa eventuali fade-out a questa fase e non tentare di rimuovere i rumori che precedono o seguono il mix: potrebbero essere necessari per la calibrazione di un denoiser digitale che richiede la lettura preliminare di una “impronta” pura del rumore.
  3. Raggruppa in sottosezioni logiche le parti del tuo mix, come il set di batteria o i cori, in modo da poter controllare il livello complessivo di questi elementi da un unico fader mono o stereo, secondo i casi (o da una coppia di fader L e R, nel mixer analogico). Questo consente un controllo del mix più agevole, impiegando meno fader e mantenendo le proporzioni pre-impostate all’interno del gruppo di tracce! È importante ricordare che qualsiasi sorgente di un gruppo deve avere anche i propri effetti direzionati verso lo stesso gruppo, altrimenti il livello degli effetti non varierà al modificare il fader del gruppo.
  4. Quando è necessario regolare i livelli in un mixer analogico, usa una matita a cera per segnare le impostazioni dei fader, altrimenti utilizza le automazioni preliminarmente per impostare i livelli di base delle varie parti di ciascuna traccia (strofa, ritornello, ecc.).
  5. Non dare per scontato che le tue orecchie percepiscano sempre la realtà in modo accurato. È importante riposarle prima di iniziare a mixare e fare continuamente riferimento a registrazioni commerciali di elevata qualità (o comunque di riferimento) riprodotte attraverso il tuo sistema di monitoraggio, per avere un indicatore di confronto. Questo è fondamentale, soprattutto se utilizzi dei potenziatori armonici come i saturatori e altri enhancers, poiché è facile abituarsi rapidamente agli effetti di un’eccessiva enfatizzazione.
  6. Evita di abusare degli effetti, in particolare del riverbero, poiché questo può appesantire la registrazione e diminuire il contrasto dinamico necessario per conferire energia al mix. Generalmente, un suono più asciutto appare più in primo piano, mentre i suoni con forte riverbero tendono a retrocedere nell’ambito della profondità del palcoscenico sonoro. Se desideri un riverbero intenso sulla voce principale o su un solista in generale, considera di allungare il tempo di “pre-delay” del riverbero , in modo che il solista risalti chiaramente sul sottofondo, restando in primo piano malgrado il suo forte riverbero.
  7. Evita di posizionare suoni bassi, come grancasse o strumenti bassi, ai lati del palcoscenico sonoro stereo, poiché questi suoni ad alta energia necessitano di essere distribuiti equamente tra i due altoparlanti stereo per ottenere i migliori risultati senza sovraccaricare il mix. Di norma, i suoni molto bassi contengono poche o nessuna informazione direzionale, sebbene i suoni bassi dotati di un elevato contenuto di armoniche medie e alte possano sembrare più direzionali.
  8. Sebbene l’eq debba essere utilizzato subito per sgrossare i difetti principali di ogni sorgente (quali risonanze, carenze, cupezze, gonfiori, squilibri tonali, ecc.), a parte questi indispensabili interventi preliminari evita qualsiasi aggiustamento finale di EQ ed effetti fino a quando non ascolti il mix completo. Se lavori su un singolo strumento in isolamento, questo potrebbe suonare diversamente quando aggiungi tutto il resto. Se puoi evitare di usare interventi pesanti con l’EQ, il risultato sarà probabilmente più naturale.
  9. Cerca di evitare che troppi strumenti competano nella stessa fascia dello spettro audio. La gamma delle medie frequenze è particolarmente a rischio, quindi seleziona attentamente i suoni alla fonte. Migliora la separazione nel mix utilizzando l’EQ per restringere in maniera complementare lo spettro del suono su cui stai lavorando. Prova a ridurre le basse frequenze e occasionalmente a eliminare le eccessive alte frequenze. Questo viene talvolta definito come “mixaggio spettrale”, dove ogni suono o strumento occupa il proprio spazio nello spettro audio. Un esempio classico è la chitarra acustica in un mix rock, che può rendere ingombranti e poco nitide le frequenze medio-basse. Diminuendo notevolmente le basse frequenze alla chitarra si ottiene comunque una definizione sufficiente del suo suono, ma il mix risulterà molto più pulito.
  10. Evita di equalizzare eccessivamente i suoni, poiché potrebbero suonare innaturali, specialmente quando si aumenta l’intensità. Se limiti il tuo EQ a tagli o aumenti leggeri piuttosto che usare pesanti medie variabili, è meno probabile che finirai con suoni nasali, duri o sfasati. Tuttavia ci sono dei casi dove un intervento più radicale si rende necessario, ma in tal caso assicurati che il suono raggiunga un equilibrio piacevole, anche se differente dall’originale, senza creare delle mostruosità acustiche.
  11. Se possibile, risolvi i problemi usando un EQ sottrattiva piuttosto che additiva. Il sistema uditivo umano è meno sensibile ai tagli di EQ rispetto agli aumenti. Questo è particolarmente vero se stai usando un equalizzatore di qualità modesta.
  12. Comprimi le voci per farle inserire bene nel mix. Pochi cantanti riescono a mantenere un livello sufficientemente uniforme per essere mixati con successo senza compressione. la compressione con knee morbido tendono ad essere meno invasivi, ma se vuoi che la compressione aggiunga calore ed eccitazione al suono, prova un compressore ottico o un modello a knee duro, con un rapporto più elevato di quanto normalmente usato. Tieni presente che la compressione aumenta il rumore di fondo (per ogni 1 dB di riduzione del guadagno, il rumore di fondo nei passaggi silenziosi aumenta di 1 dB) e la compressione pesante può anche esagerare la sibilanza vocale.
  13. Di tanto in tanto, verifica il bilanciamento del mix ascoltando dalla porta dello studio o della camera. Questo tende a evidenziare squilibri di livello più chiaramente rispetto all’ascolto direttamente davanti ai monitor. Nessuno è del tutto sicuro del perché, ma funziona, probabilmente perchè crea una prospettiva alternativa rispetto all’ascolto sul “focus”, oltreché un maggiore distacco emotivo e tecnico dalla lavorazione.
  14. Non monitorare a volumi eccessivamente alti. Il volume elevato può far sembrare il suono e la musica più emozionante, ma l’ascoltatore finale è improbabile che ascolti allo stesso livello elevato. Se il suono suggerisce energia a livelli bassi potrai esser sicuro che essa aumenterà con l’ascolto a livelli alti; viceversa, se ogni brano ascoltato a volume alto sembra energico, lo stesso ascoltato a volume basso potrebbe sembrare “molle” e poco dinamico. Considera inoltre che i livelli di monitoraggio elevati, se prolungati, possono alterare temporaneamente la tua percezione uditiva e in certi casi possono condurre a danni permanenti all’udito. È bene verificare il mix ad alto volume per brevi periodi, ma la maggior parte del tempo è utile cercare di mixare al livello a cui pensi che la musica verrà alla fine ascoltata. Tuttavia un ascolto periodico a volumi decisamente elevati è indispensabile per valutare l’eccesso di bassi, di suoni “acidi” e di riverbero nel mix, che sono difetti poco percepibili a volumi moderati.
  15. Verifica i tuoi mix anche con le cuffie oltre che con gli altoparlanti. Le cuffie rivelano piccole distorsioni e clic che potresti non sentire mai con gli altoparlanti. Tuttavia, non affidarti esclusivamente alle cuffie per il mixaggio, poiché rappresentano l’immagine stereo in modo diverso rispetto agli altoparlanti e sono notoriamente imprevedibili nelle basse frequenze. La cuffia diventa invece un validissimo alleato, talvolta più affidabile dei monitors negli home studio, a condizione che siano pensate per il mix e  di qualità eccellente, e che siano processate attraverso un filtro plugin che ne assicuri la risposta flat, simulando altresì un campo di ascolto a 90° (circa quello dei monitors) anziché quello a 180° (tipico della cuffia) restituendo altresì un leggero riverbero ben controllato (simile a quello che si sperimenta nell’ascolto coi monitors in uno studio ben trattato).
  16. Non variare il livello di batteria e basso inutilmente durante il mix, poiché nel pop la sezione ritmica è tradizionalmente lo sfondo costante rispetto al quale si muovono gli altri suoni. le dinamiche naturali all’interno delle parti degli strumenti ritmici vanno bene, ma evita di muovere continuamente i fader su questi suoni.
  17. In un mix affollato, prova a “annegare” strumenti di gamma media come chitarre overdrive e pad sintetizzati sotto il controllo delle voci, in modo che ogni volta che le voci sono presenti, i suoni in conflitto diminuiscano di livello di due o tre dB. Un po’ di annegamento può migliorare significativamente la chiarezza di un mix. Usa un tempo di attacco abbastanza rapido per il “ducker” (che può essere sia un compressore che un noise gate con funzionalità di side chain) e imposta il tempo di rilascio a orecchio. Tempi di rilascio più brevi causeranno un “pumping” del guadagno più evidente, ma nei mix rock questo può aggiungere energia ed eccitazione ben accette.
  18. Se stai registrando una traccia principalmente basata sul MIDI, cerca di non guardare il display del tuo sequencer mentre mixi; lo stimolo visivo interferisce con la tua capacità di fare giudizi soggettivi basati solo sul suono. Se necessario, chiudi gli occhi. Guardare il tuo sequencer avanzare attraverso la pagina di arrangiamento può anche darti un’impressione falsa di quanto bene stia funzionando l’arrangiamento. Spegni gli occhi e accendi le orecchie!
  19. Se un suono ripreso da vicino sembra innaturale e privo di vita, ma non vuoi aggiungere altro riverbero, prova un’impostazione di ambience o early reflection per indurre un senso di spazio. Più breve è il tempo di riverbero, più facile è portare il suono trattato in primo piano nel mix.
  20. Ascolta di nuovo il tuo mix il giorno dopo averlo completato, poiché la tua percezione è probabile che cambi dopo aver riposato le orecchie per una notte. Controlla anche la registrazione master su quanti più sistemi audio possibile, per assicurarti che suoni bene su tutti. Anche in questo caso, salva tutte le tue informazioni di mixaggio e i fogli di traccia, comprese le impostazioni degli effetti, poiché non si sa mai quando potresti voler provare a migliorare il “mix finale”!

In conclusione, cari amici della Community, speriamo che questi consigli siano stati di aiuto nel vostro percorso verso un missaggio audio di alta qualità. Ricordate, il segreto di un buon mix non sta solo nell’adottare le tecniche giuste, ma anche nell’orecchio allenato e nella sensibilità artistica che sviluppate nel tempo. Il missaggio è un equilibrio tra scienza e arte, tra tecnica e creatività.

Anche se questi suggerimenti rappresentano solamente la punta dell’iceberg in un campo tanto vasto e sfaccettato, speriamo che vi forniscano una base di riferimento su cui costruire e sperimentare. Ricordate che ogni progetto è unico e ciò che funziona per una traccia potrebbe non essere ideale per un’altra. Quindi, esplorate, provate e non smettete mai di apprendere.

Il missaggio è un viaggio continuo, un percorso in cui ogni nuova traccia rappresenta una nuova avventura. Siate audaci, esprimete la vostra creatività e soprattutto divertitevi in questo processo di creazione. E quando pensate di aver raggiunto il mix perfetto, datevi il tempo di ascoltarlo con orecchie fresche il giorno dopo – potreste sorprendervi di quanto possiate ancora migliorarlo.

Infine, non dimenticate di condividere la vostra musica, i vostri successi e anche le vostre sfide con la nostra community, anche commentando questo e altri post del Blog.

Buon missaggio!

20 Rapidi consigli sul missaggio pop – Il Blog di Alessandro Fois


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