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Registrare la voce (04) I livelli di registrazione


Articolo di: Alessandro Fois

Biografia di Alessandro Fois

Alessandro Fois, nato a Cagliari, è un musicista, compositore, pianista, arrangiatore e fonico. Dal 2014 è anche scrittore, blogger e webmaster. Dopo aver vissuto a Oristano e Cagliari, si è trasferito a Ivrea, dove gestisce Lycnos, studio di servizi audio, video e web, e il Glamour Recording Studio. Ha studiato pianoforte, teoria musicale e composizione al Conservatorio di Cagliari, specializzandosi in registrazione sonora con Fonoprint e Sony Italia. Ha perfezionato composizione e arrangiamento con Mogol al C.E.T.. Ha esplorato vari generi musicali, tra cui classico, jazz, blues, pop e progressive, componendo per artisti italiani e partecipando a concerti dal vivo. Ha pubblicato l’album “Dialogue”, mentre il suo nuovo progetto è “Kaleidoskope”. È coautore del musical in lingua sarda “Boghes de Domo”, curando anche regia e interpretazione. Ha scritto colonne sonore per la Rai, musiche pubblicitarie e per eventi di prestigio come quelli della Ferrari. Da oltre 25 anni, Fois gestisce il

Brani Audio

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Nella figura sopra: a sinistra, una scala di riferimento di un preamplificatore di alta qualità, con clipping level a +26db sopra lo 0db di riferimento; a destra, uno schema rappresentativo delle performance medie di tre livelli qualitativi di preamplificatore: al calare della qualità si evidenzia la riduzione della fascia dinamica utile, per abbassamento della soglia di distorsione e innalzamento di quella di rumore. Inoltre i pre di bassa qualità offrono spesso transienti lenti e una saturazione armonica di bassa qualità, quando utilizzati ad alti livelli di gain.

I livelli di registrazione

Per quanto attiene ai livelli di registrazione della voce, il discriminante sta soprattutto nella capacità del preampli di ottimizzare la qualità dell’audio nella zona di saturazione armonica:

  • per la voce in ambito classico e lirico e in tutti i casi dove è richiesta una perfetta limpidezza e fedeltà, in genere i migliori risultati si ottengono con un ottimo preamplificatore trasparente, mantenendo i picchi più elevati al di sotto del punto di clipping, con un margine di almeno 6 db
  • se foste obbligati a registrare una sorgente vocale del tipo di cui sopra con una preampli colorato, genericamente sarà bene distanziarsi maggiormente dal punto di clipping, ad esempio di 12 db o anche più;

NOTA

In realtà ciò dipenderà dalle caratteristiche del preampli: ci sono quelli che colorano il suono a qualsiasi livello di utilizzo e quelli che invece si mantengono neutri sino a pochi db dal punto di clipping, l’indicazione di cui sopra è soltanto una linea guida

  • per la voce in ambito pop, rock, funky e dance, in genere i migliori risultati si ottengono con un eccellente preamplificatore colorato, avendo cura di spingere il gain di più o di meno nella fascia di reale saturazione (che varierà da un pre all’altro) secondo le esigenze sonore specifiche, cercando quindi un equilibrio tra:
  1. grinta e saturazione, da una parte
  2. morbidezza e limpidezza, dall’altra

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