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La ripresa stereo della voce

La ripresa stereo della voce

Raramente si sentirà l’esigenza di registrare una voce solista in stereo.

Spesso infatti, quando occorre, si provvede a generare una “stereofonizzazione” della sorgente vocale monofonica per mezzo di processori quali i delay, i modulatori, l’harmonizer, o anche registrando la performance vocale su n.3 tracce parallele posizionate a sinistra, centro (la principale) e destra.

Tuttavia, in registrazioni di arrangiamenti molto rarefatti potremmo sentire la necessità di effettuare una registrazione ambientata, che può essere sconsigliata in sale di ripresa molto piccole e/o con trattamento acustico imperfetto a causa della maggiore incidenza del suono ambientale di cattiva qualità che penetrerebbe nel programma audio della ripresa.

Per la registrazione stereo della voce possiamo distinguere tra:

1 – Registrazione stereo della voce con tecnica L/R

Si tratta di riprendere la voce posizionando due microfoni in assetto stereo, scegliendo tra le seguenti tecniche:

Tecnica XY variabile

Si tratta di posizionare davanti alla bocca del cantante n.2 microfoni identici sovrapposti, in modo da ottenere una coincidenza perfetta della capsule, che devono sfiorarsi (senza toccarsi) in corrispondenza dell’asse sorgente proveniente dalla bocca del cantante.

I microfoni dovranno essere orientati, uno verso destra e l’altro verso sinistra, in modo da formare un angolo identico ma opposto con l’asse suddetto, avente un misura standard di circa 45° per ciascun microfono (il che significa che tra loro l’angolo sarà di 90°); in alternativa, tale angolo potrà essere ridotto da 90° sino ad un minimo di 60° o ampliato sino ad un massimo di 120°.

Il restringimento dell’angolo darà luogo ad un restringimento del campo stereo e ad una diminuzione dell’incidenza delle riflessioni ambientali, mentre con l’allargamento si otterrà esattamente l’opposto; l’incidenza ambientale sarà minore in ambienti acusticamente grandi e  ben trattati – la coerenza della fase stereo è pressoché assoluta.

Tecnica ORTF

Si ottiene con due microfoni identici aventi le capsule distanti tra loro circa 17 cm e orientate in modo da formare un angolo di 110°.

L’asse tra le due capsule, come è ovvio, dovrà trovarsi perfettamente allineato con l’asse fuoriuscente dalla bocca del cantante.

Questa ripresa produrrà un suono molto naturale ma molto ambientato, per cui l’utilizzo è in genera da limitarsi in sale di ripresa sufficientemente ampie e con acustica correttamente trattata; la coerenza della fase stereo è buona.

Tecnica spaziata

Si ottiene con n.2 microfoni identici posizionati uno a destra e l’altro a sinistra del cantante, in modo che, con una inclinazione di 45°, indirizzino le capsule verso la bocca del cantante, ad una distanza di circa 20 cm dalla stessa.

Questa tecnica di ripresa produce una dimensione stereo più ampia, mantenendo una coerenza di fase stereo accettabile e un’ambientazione più moderata in confronto con la tecnica ORTF.

E’ anche possibile interporre uno schermo fonoassorbente tra le capsule di due microfoni, perpendicolare all’asse di emissione vocale.


Il vantaggio di queste varie tecniche è quello di produrre una sonorità molto naturale e piacevole, che potrà risultare apprezzabile nelle sale di ripresa acusticamente ben impostate.

Lo svantaggio è di non poter ottenere con esse un suono che sia decisamente asciutto, che è requisito spesso necessario per numerose applicazioni, specie in ambito pop.


Registrazione mono della sorgente + campo ambiente stereo

Questa modalità, che utilizza n.3 canali di registrazione anziché due come negli esempi precedenti, è maggiormente utilizzata in quanto ritenuta più utile e versatile nella maggior parte delle applicazioni.

Si tratta di registrare la voce in mono come al solito, e contemporaneamente effettuare una ripresa  stereo del campo ambiente che, successivamente, potrà essere dosata a piacimento durante il mix.

Il posizionamento dei n.2 microfoni da utilizzare per il campo ambiente può essere lasciato alla creatività del fonico, ottenendo così effetti personalizzati di campo ambiente vocale.

Tuttavia i suggerimenti principali sono due, utilizzabili alternativamente a piacere:

  1. posizionare due microfoni da studio identici in posizione Blumlein, entrambi con figura polare a 8, sovrapponendoli sull’asse verticale come nella tecnica XY di cui più sopra (vedasi figura a lato); l’angolazione tra i due microfoni sull’asse orizzontale dovrà essere esattamente di 90°; posizionare questi microfoni dietro il cantante in fondo alla sala, circa ad un terzo della profondità della stessa;
  2. posizionare due microfoni da studio identici in posizione cardioide, dietro il cantante in fondo alla sala, circa ad 1/3 della profondità della stessa, in modo che si trovino a 1/3 e a 2/3 della larghezza della sala e puntandoli verso il soffitto.

Al momento del mix, questa coppia stereo di microfoni potrebbero essere utili per conferire un tocco di naturalezza alla voce nel mix, soluzione molto interessante soprattutto per piccoli complessi acustici, a condizione che la sala di ripresa “suoni bene”.

2 – Registrazione stereo della voce con tecnica M/S

Per questa modalità occorrono 2 microfoni, non necessariamente identici, di cui:

  1. n.1 cardioide posizionato frontalmente verso la voce, che sarà dedicato alla ripresa  principale (come se si trattasse di una normale ripresa monofonica standard)
  2. n.1 con figura polare a 8, orientato perpendicolarmente al primo microfono (con un angolo di 90°), in modo da riprendere il lato destro e il lato sinistro dell’ambiente (vedasi figura)

Il microfono n.2 non capterà la voce diretta bensì solo quella riflessa grazie alla doppia ripresa in controfase che (virtualmente) annulla il suono proveniente da un angolo di 90° da entrambi i lati

Tale microfono invece capterà perfettamente le riflessioni indotte dalla voce sull’ambiente.

Al termine della registrazione avremo quindi:

  1. un canale M (middle) col suono diretto della sorgente, in mono, ripreso dal microfono n.1
  2. un canale S (side) col suono riflesso della sorgente, in mono, ripreso dal microfono n.2

A questo punto dovremo duplicare la traccia S e invertirla di fase (solo quella duplicata), destinando l’originale interamente al canale Left per mezzo del panpot, e quella duplicata interamente al canale Right. La traccia M invece dovrà restare al centro.

A questo punto avremo costruito una sorta di stereofonia che ci permetterà altresì di regolare indipendentemente il suono diretto e il suono riflesso convertito in stereo.

La coerenza di fase è totale in quanto, in caso di ascolto in mono, i canali L e R, essendo identici ma invertiti di fase, si annullerebbero, lasciando da sola la traccia M contenente il suono diretto.

Variante creativa della tecnica MS

Al posto dell’unico microfono n.2 con figura a 8, si dovranno utilizzare n.2 microfoni con figura polare cardioide, identici, con le capsule sovrapposte sino quasi a sfiorarsi, indirizzati in versi contrapposti, perpendicolarmente al microfono n.1 (sempre 90°).

Tra il cantante e questi microfoni dovrà essere interposto uno schermo acustico fonoassorbente di buona efficacia, in grado di evitare che il suono diretto venga captato dai due microfoni laterali

Sopra lo schermo dovrà spuntare la capsula del microfono centrale n.1, indirizzata verso la bocca del cantante.

A questo punto, le n.3 tracce andranno “panpottate” come prima:

  • il microfono centrale (M) al centro
  • gli altri n.2 microfoni, uno completamente a destra e l’altro completamente a sinistra

Ora avrete ottenuto qualcosa di simile a prima, cioè un canale centrale diretto e n.2 canali laterali contenenti sostanzialmente il suono riflesso, mixabili indipendentemente.

Ci sono però alcune differenze che corrisponderanno ad alcuni vantaggi e altrettanti svantaggi:

  • i canali laterali conterranno in piccola parte anche il suono diretto, oltre al suono riflesso, col rischio di sfasare parte del suono diretto se il canale S viene tenuto a volume parecchio elevato
  • la sensazione stereo offerta dal canale S è più naturale rispetto al sistema M/S puro
  • si potrà decidere di utilizzare i microfoni S lasciandoli in fase oppure invertendo la polarità di uno di essi: si otterranno risultati lievemente differenti tra i quali potrete scegliere (in genere sarà meglio lasciarli in fase)
  • la correlazione di fase sarà diminuita ma il canale centrale non ne soffrirà sostanzialmente, il che permetterà di percepire ancora un po’ di suono riflesso ambientale anche durante l’ascolto in mono

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