Stem Mastering – Principi di base
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Pianista, Compositore, Arrangiatore, Fonico, Scrittore, Blogger
Alessandro Fois è musicista, compositore, pianista, arrangiatore e fonico. Dal 2018 è anche scrittore, blogger e webmaster. Attualmente risiede ad Ivrea (Torino) dove, a complemento delle attività suddette, gestisce Lycnos, studio di servizi audio, video e web, e lo studio di registrazione Glamour Recording Studio.
Stem Mastering
Potremmo anche chiamarlo Multi Track Mastering e definirlo come una via di mezzo tra un Mix semplificato e il più consueto Single Track Mastering.
Invece di manipolare un unico mix stereo, oltre ad esso utilizzeremo infatti varie tracce di sorgenti sonore in cui il mix è stato suddiviso.
Tale procedimento non è certo la cura di tutti i mali, ma può essere risolutivo in molti casi in cui col mastering a singola traccia non si riescano ad ottenere risultati soddisfacenti; per esempio:
- errori di volume a carico dei solisti o di altre sorgenti “critiche”
- squilibri tonali di una o più sorgenti in confronto col contesto tonale dell’intero mix
- solisti troppo compressi
- tracce distorte
- altre
Un buon operatore di mix, oramai, provvederà a fornire, a corredo del mix, un certo numero di stems, a suo giudizio funzionali in caso di necessità.
Nel caso in cui non lo faccia, sarebbe opportuno comunque che si rendesse disponibile in caso di richiesta.
In tal caso il fonico di mastering, previa analisi accurata del mix, deciderà quali tracce supplementari richiedere al fonico del mix.
La divisione in tracce permetterà di effettuare alcuni interventi correttivi supplementari non eseguibili nel single track mastering, offrendo maggiori margini di correzione per gli eventuali squilibri.
Il fonico di mastering avrà così la possibilità di ritoccare qualche elemento sonoro (volume, equalizzazione, compressione, effetti) allorquando se ne creasse la necessità durante il processo di mastering.
Addizione e sottrazione
Ogni stem potrà essere utiliizzato in maniera additiva o sottrattiva rispetto al mix completo.
Al fine di garantire la correttezza dei seguenti processi ed ottenere da essi la massima efficacia, è assolutamente indispensabile verificare che la DAW stia correggendo perfettamente le latenze indotte dai filtri che si andranno ad installare sulle tracce durante il lavoro di mastering. Ciò è importante per i processi additivi ma ancor più per quelli sottrattivi.
Utilizzo additivo di uno stem
Per aumentare il volume di una sorgente del mix si dovrà:
- nella daw, posizionare il mix sulla timeline della sessione di mastering; dare alla traccia del mix un volume di 0 db (Unity Gain)
- in altra traccia posizionare, in parallelo, lo stem corrispondente alla sorgente che intendiamo far risaltare; tenere il volume di questa traccia completamente abbassato
- sollevare il volume dello stem di cui al punto 2 quanto basta per ottenere il voluto grado di risalto della sorgente
Utilizzo Sottrattivo di uno stem
Per diminuire il volume di una sorgente del mix si dovrà:
- nella daw, posizionare il mix sulla timeline della sessione di mastering; dare alla traccia del mix un volume di 0 db (Unity Gain)
- in altra traccia posizionare, in parallelo, lo stem corrispondente alla sorgente che intendiamo attenuare; tenere il volume di questa traccia completamente abbassato;
- invertire la polarità della traccia stessa (il comando di inversione di polarità, quando non è disponibile direttamente sulla traccia, è generalmente offerto da un plugin di gain o di eq installabile sulla traccia stessa)
- sollevare il volume dello stem di cui al punto 2 quanto basta per ottenere il desiderato grado di attenuazione della sorgent
Utilizzo “Additivo Post Sottrattivo” attraverso due stems uguali
Dopo un utilizzo sottrattivo operato al massimo livello (cioè conferendo allo stem un volume di 0 dB, tale da causare la totale cancellazione della sorgente implicata) sarà possibile re-immettere la stessa sorgente in un’altra traccia (stavolta senza invertirne la polarità) in modo da poterla missare ex novo con la possibilità di poterla filtrare indipendentemente con processi tonali, dinamici e di ambientazione.
Nota
Ovviamente ci sono molte altre osservazioni sul processo dello stem mastering, che verranno sviluppate in un articolo successivo.
L’argomento prosegue in un secondo articolo denominato:
Stem Mastering – Le regole per un processo corretto
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